La sirenetta (1989)
- Beatrice Paris
- 4 mar 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 17 apr 2023
Il film

I film usciti tra il 1989 e il 1999 riportarono i Walt Disney Animation Studios decisamente alla ribalta nell’industria cinematografica, per questo sono noti come gli anni del Rinascimento. Con La Sirenetta, adattamento della storia raccontata da Hans Christian Andersen, la Disney si tuffò letteralmente nel periodo più fruttuoso ed apprezzato della sua storia, stabilendo il nuovo canone dei film successivi: scene musicali cantate, protagonista giovane, la presenza di una trama sentimentale e di animali amici/aiutanti del protagonista. Un film tra passato e futuro, vecchio e nuovo, che stabilisce il ritorno alle principesse e che si apre al nuovo con le sperimentazioni digitali: La Sirenetta fu infatti l’ultimo film in cui venne utilizzata la tecnica serigrafica e contemporaneamente il primo in cui venne utilizzato il sistema di colorazione e composizione digitale delle immagini CAPS, sviluppato allora per lo studio dalla neonata Pixar. Inutile ricordare che fu un successo senza precedenti polverizzando i numeri di Oliver & Company e di tutti i film precedenti.
L'arte

Se a Londra troviamo la statua di Peter Pan (collocata nei Giardini di Kensington senza preavviso e in piena notte per dare ai londinesi l’impressione che fosse apparsa per magia), nel porto di Copenaghen possiamo invece ammirare quella della famosa Sirenetta di Edvard Erikesen. L'opera venne commissionata allo sculture nel 1909 da Carl Jacobsen, figlio del fondatore di Carlsberg, rimasto affascinato da un adattamento della fiaba come balletto. Come modello d'ispirazioni però Eriksen usò sua moglie Eline, rendendola immortale e collocando la sua immagine all'ingresso del porto di Copenaghen il 23 agosto 1913. Nel giro di pochissimo tempo divenne il simbolo della città, anche se oggi esistono almeno 13 tra copie e reinterpretazioni: in California, in Nuova Zelanda, in Thailandia e anche in Italia, una sull’Isola di Ischia e due in Sicilia (la prima sul lungomare dei Giardini Naxos e la seconda nell’area marina protetta del Plemmirio). Ariel la cita più volte nel film, assumendo la stessa posizione malinconica sullo scoglio, ma rivolta verso la terra ferma sognando di far parte di quel mondo per lei inaccessibile. Non ci voleva credere che il mondo degli umani fosse un disastro, nonostante i continui moniti di Sebastian. Continua a sognarlo collezionando arricciaspiccia, soffiablabla ed altri cimeli persi nel fondo del mare.

Tra questi cimeli ne spicca uno molto particolare: si tratta del dipinto di George de La Tour, la Maddalena Penitente (1640). L’artista francese ebbe molto successo tra i suoi contemporanei con i suoi dipinti dai crudi contrasti, temi realistici che ci mostrano un’esistenza senza filtri, con volti segnati dalla povertà e dall’inesorabile scorrere del tempo. Figure come quella della Maddalena silenziosa, assorta nei suoi pensieri mentre osserva una candela, unica fonte di luce che la illumina drammaticamente secondo le lezioni caravaggesche. L’artista realizzò anche un altro dipinto con lo stesso soggetto, ritraendo la Maddalena a pentimento già compiuto, ma quella che la Disney scelse di mostrare ad Ariel è invece la sua riflessione. Così facendo crea un sottile parallelismo tra la Maddalena, che medita sulle dissolutezze della sua vita passata con l’intenzione di cambiare per sempre la sua vita futura, ed Ariel che nella sua stanza segreta sogna un futuro diverso per sé stessa. Un parallelismo e allo stesso tempo un contrasto, tra ciò che è stato e ciò che sarà, come quello del fuoco di una candela che continua a bruciare sul fondo del mare.
Link utili
Guarda La Sirenetta su Disney +
La scultura:
The Little Mermaid Statue (1913), di Edvard Eriksen
visitabile presso il porto di Copenhagen, Denmark.
Il dipinto:
George de la Tour, Repenting Magdalene or Magdalene in a Flickering Light (1635-37)
La versione del film è ubicata al Museo del Louvre,
altre versioni dello stesso soggetto e dello stesso artista sono visitabili al
Comentários