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La principessa e il ranocchio (2009)

Il film

© Disney

La Principessa e il ranocchio voleva essere a suo modo l’ennesimo film della rinascita Disney. Gli ingredienti c’erano tutti: la fiaba, il musical, l’animazione tradizionale ed elementi moderni per svecchiare la classica fiaba del principe ranocchio. La storia è ambientata nella New Orleans dell’età d’oro del jazz e segue il percorso di Tiana, cameriera ossessionata dal lavoro, nella realizzazione del sogno di aprire un ristorante tutto suo. Sulla sua strada incontrerà Naveen, principe farfallone e scansafatiche, con cui sarà costretta a vivere un’avventura fatta di vodoo, di stregoni e alla fine anche d’amore. Due personalità forti, realistiche e soprattutto attuali, la cui unione veicola un messaggio fino a quel momento inedito nel cinema Disney: l’importanza di trovare nel rapporto di coppia il giusto equilibrio tra la voglia di realizzazione personale e il desiderio di vivere alla giornata.


L'arte

© Disney | min. 00.07.05

Ambientata nei quartieri francesi di New Orleans, La Principessa e il ranocchio ci ricorda la città della Louisiana nei minimi dettagli: le architetture, il jazz, i costumi, persino i manifesti. Questi ultimi, che vediamo spesso con gli occhi sognanti della protagonista bramosa di aprire il proprio ristorante, sono ricreati per lo più sullo stile di Herni de Toulouse-Lautrec, artista francese di fine Ottocento totalmente immerso nel pittoresco mondo bohémien di cui fu attento osservatore ed eccellente narratore. Ballerine, prostitute, cantanti e cabarettisti sono i soggetti più ricorrenti delle sue opere, ed è proprio in quel mondo proibito della notte parigina che scoprì la sua grande vocazione: il manifesto, che divenne grazie a lui una vera e propria forma d'arte. Uno dei primi fu quello per il Moulin Rouge realizzato nel 1891, che si distinse fin da subito per la novità dello stile: le figure che compongono l'immagine si sovrappongono creando un effetto di profondità di gran lunga maggiore rispetto a quello di un normale dipinto; l'attenzione particolare al modo di riprodurre le silhouettes; la fisionomia deformata dei personaggi riprodotti con figure stilizzate fino ad assumere un aspetto grottesco, quasi sinistro (in particolare il naso, in alcuni casi è eccessivamente allungato come avviene ad esempio in molte litografie riproducenti Yvette Guilbert). Nel giro di pochissimo tempo l'artista ottenne un successo straordinario e grazie alla tecnica della litografia produsse una grande varietà di manifesti in cui ritrasse molti locali parigini, desiderosi di pubblicizzare i propri spettacoli con l'arte di Toulouse-Lautrec. Uno dei più importanti è il Divan Japonais, nel cui manifesto compare la sinuosa silhouette di Jane Avril seduta in un palco assieme al critico d'arte Edouard Dujardin. La celeberrima ballerina assiste ad uno spettacolo di Yvette Guilbert, riconoscibile solo grazie ai lunghi guanti neri che indossava sempre.

© Disney

Osservando le opere di Toulouse-Lautrec ci si addentra nel mondo della Parigi notturna. Si ha la sensazione di sentire il tintinnio dei bicchieri d'assenzio, il vocio del pubblico e il sottofondo delle note del cancan. Si percepisce quell'atmosfera allegra e spensierata tipica della belle époque fatta di luci, di canzoncine maliziose e di balli provocanti, non tanto diversa dalla New Orleans dello stesso periodo che vediamo nel Classico Disney che pone un focus particolare sul quartiere francese. Il sogno della protagonista poi è quello di aprire un ristorante tutto suo ed ogni volta che ne parla, sogna o canta, l'animazione si trasforma e prende le caratteristiche di quei manifesti di Toulouse-Lautrec di cui abbiamo parlato. Manifesti magici in cui si nasconde una strana sensazione, come un oscuro presagio che grava su quella gente che si diverte spensierata che non sa ancora che di lì a breve, il tintinnio dei bicchieri, l'assenzio, l'oppio e il cancan sarebbero stati soppiantati dall'orrore del primo conflitto mondiale.


Il film d'animazione non si spinge tanto in là temporalmente, ma pur senza guerra mondiale vi è un cattivo presagio a gravare sui nostri protagonisti: il Dr. Facilier. Un uomo intelligente ma subdolo, egoista e determinato nella sua ambizione di diventare immensamente ricco, ma più per una questione di rispetto da parte degli altri che di potere. A tal fine si serve non solo del suo fascino persuasivo e dell'astuzia, ma anche della magia. Con essa riesce a trasformare il Principe Naveen in un ranocchio innescando una serie d'azioni che troveranno risoluzione nella parte finale del film. Proprio in questo momento della storia vediamo un chiesa dall'aspetto noto: si tratta della Cattedrale St. Louis proprio a New Orleans.



Link utili

Guarda La Principessa e il Ranocchio su Disney+


Le opere:

Toulouse-Lautrec, i manifesti come Divain Japonais (1893),

other at the Musée Toulouse-Lautrec, Albi.



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