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Alice nel paese delle meraviglie (1951)

Il film

© Disney

Trasposizione e rivisitazione di entrambi i romanzi di Lewis Carroll con protagonista la piccola Alice (Alice nel Paese delle Meraviglie e Alice al di là dello specchio), attirò su di sé non poche critiche e polemiche per i numerosi stravolgimenti apportati al romanzo originale dell'autore britannico. La struttura narrativa è molto simile a quella episodica del decennio precedente, ma ciò diede agli artisti la possibilità di sbizzarrirsi con la fantasia spingendo sul pedale dell'umorismo e del nonsense. Mai si erano viste così tante idee geniali e personaggi memorabili che vediamo sfilare scena dopo scena, dagli stralunati Pinco Panco e Panco Pinco allo Stregatto, passando per Capitan Libeccio, il Brucaliffo e il Cappellaio Matto. L'onnipresente vena di follia, inoltre, conferisce alla pellicola un sapore onirico, e a tratti addirittura sinistro, senza mai eccedere. Una pellicola decisamente troppo all’avanguardia per il periodo in cui uscì. E a proposito di Avanguardia: questo gusto per il nonsense verbale trova un complice nell’atmosfera surreale scaturita dell’intenso seppur breve rapporto tra Walt Disney e Salvador Dalì. Nel 1945 questi iniziarono a lavorare insieme ad un progetto che solo anni dopo (nel 2003) porterà alla nascita del cortometraggio Destino.


L'arte

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Trasposizione e rivisitazione di entrambi i romanzi di Lewis Carroll dei quali uscì nel 1907 una ricca edizione illustrata da Arthur Rackham. Con il suo caratteristico tratto nouveau ebbe un ruolo molto importante nella contaminazione artistica di questo film: dai suoi disegni l’animatore Ward Kimball riuscì infatti a ricavare l’immagine di alcuni personaggi iconici, ad esempio il Cappellaio matto o il Brucaliffo. Indimenticabile la scena in cui quest'ultimo pone le giuste domande alla giovane Alice (Chi sei tu?), rimpicciolitasi fino a sei pollici di altezza mentre si dimena tra funghi enormi. Anche noi possiamo vivere un'esperienza simile nella Upside-Down Mushroom Room a Fondazione Prada, dove Carsten Höller ha ricostruito una stanza con funghi dalle dimensioni fuori scala e appesi al soffitto. La situazione si è rovesciata, come Alice che cade nella tana del Bianconiglio.


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Non solo i funghi, anche i fiori per la piccola Alice sono enormi. Come quelli di Georgia O'Keefe.

"Quando prendi un fiore lo guardi davvero e in quel momento è tutto il tuo mondo.

Spiega l'artista che ha dedicato gran parte della sua produzione a dipingere fiori di grandi dimensioni. Per lei era come se un solo fiore potesse riempire il cielo intero. Così, usando forme semplici e blocchi di colore, Georgia O’Keeffe creò un vero e proprio nuovo linguaggio artistico basato proprio sui fiori. Il simbolo assoluto della sua arte è rappresentato da un giglio-calla, il suo ideale di bellezza, fatto di armonia, proporzione, semplicità ed eleganza. Sono gli stessi ideali che decantano i fiori del Paese delle Meraviglie, ma che, a differenza dell'arte (davanti la quale siamo tutti uguali), sono pronti a discriminare chi è diverso da loro e non risponde ai propri canoni. Pronti a discriminare le erbacce.


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Sempre Kimball, prendendo come punto di riferimento il demone con zampogna di Hieronymus Bosch presente nel Trittico del Giudizio (1504), è riuscito poi a creare una simpatica famiglia di ornitotrombe, fantastiche creature metà papere e metà trombette. Ciò che ha fatto è stato semplicemente isolare l’ultima parte dalla parola inglese “trumpet” (tromba) per ottenere trombette simpatiche come animali domestici (“pet”). Il gusto per il nonsense verbale, che si sposa con quello iconico di personaggi come lo Stregatto, trova un complice nell’atmosfera surreale che risente dell’intenso seppur breve rapporto tra Walt Disney e Salvador Dalì. Nel 1945 questi iniziarono a lavorare ad un progetto che solo anni dopo (nel 2003) porterà alla nascita del cortometraggio Destino, nel quale rivivono le opere dell’eccentrico artista spagnolo e i simboli del Surrealismo di cui è stato principale esponente insieme a Luis Buñuel. Non a caso le opere di Dalì vengono spesso accostate a quelle dei Bosch, che hanno sempre affascinato l’osservatore spingendolo verso interpretazioni sempre più profonde, in alcuni casi anche bizzarre. Tra le sue opere più importanti troviamo appunto il giudizio universale.


Link utili

Guarda Alice nel Paese delle Meraviglie su Disney +


Le opere:

Carsten Höller, Upside-Down Mushroom Room (2000),

Progetto Atlas, Fondazione Prada, Milano.


Georgia O'Keefe, Red Canna (1919),

The Georgia O'Keeffe Museum in Santa Fe, New Mexico.


Hieronymus Bosch, The Last Judgment (1482 - 1516),

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